Disabilità e politica
La scelta di candidarmi per il Gran Consiglio ticinese alle elezioni del 2023 è nata dalla convinzione che il nostro sia un momento storico particolarmente favorevole per promuovere una riflessione e un’azione che abbiano come oggetto i diritti delle persone con disabilità e in particolare la loro traduzione operativa. Il generale invecchiamento della popolazione, i progressi della medicina e lo sviluppo della tecnologia hanno portato un mutamento sul piano della percezione. Si sta imponendo un nuovo modello interpretativo e con esso la convinzione che il poter prendere parte ad attività sociali, culturali e politiche debba essere garantito anche alle persone con disabilità.
Progressivamente si sono così imposte leggi e convenzioni che sanciscono i diritti delle persone con disabilità. Sono però convinto che troppo spesso ci si illuda che l’affermarli sia condizione sufficiente per garantirli. Non è così! La distanza da colmare fra il diritto e il suo reale esercizio è ancora grande. Rispettare, tutelare, promuovere e realizzare i diritti che la legislazione garantisce alle persone con disabilità è la sfida odierna, una sfida che richiede un impegno comune.
Ho scelto di candidarmi perché volevo contribuire a dar voce, con la mia testimonianza di vita, alle reali necessità delle persone con disabilità, aiutando la politica a mettere a fuoco una progettualità concreta oggi più che mai necessaria.
La mia campagna individuale ha quindi posto al centro la lotta all’abilismo, quale forma di discriminazione nei confronti delle persone con disabilità, e la promozione dell’accessibilità, intesa come mezzo per rendere concreto il diritto di tutte le persone, anche di quelle con disabilità, ad accedere a una reale partecipazione alla vita sociale e politica.
Una battaglia importante in questo senso è sicuramente quella legata all’Iniziativa per l’uguaglianza delle persone con disabilità, nota come Iniziativa per l’inclusione, promossa da un Comitato apartitico di ampia portata e sostenuta da un ente patrocinante che include AGILE.CH, Amnesty International Svizzera, Inclusione Handicap, Stiftung für direkte Demokratie e Tatkraft. L’iniziativa, come ho specificato nel mio intervento alla tavola rotonda promossa sull’argomento da Danilo Forini, direttore di Pro Infirmis Ticino, parla di “uguaglianza” e di “diritto”, fa quindi riferimento a un modello di disabilità basato sui diritti umani. Specifica, inoltre, che “l’uguaglianza” deve essere non solo “di diritto”, ma anche “di fatto”, chiarendo con questo che al principio costituzionale dovranno seguire Leggi e Regolamenti. Sarà inoltre necessario predisporre specifici strumenti istituzionali atti a promuovere un’adeguata strategia di attuazione; strategia che implichi anche la messa a disposizione delle “misure di sostegno e di adeguamento”. Detto in altre parole, strategia che preveda anche l’assunzione delle problematiche finanziarie. L’iniziativa chiarisce infine che l’uguaglianza è un diritto da perseguire “in tutti gli ambiti della vita”, dando pari dignità anche ad aspetti troppo spesso sottovalutati, come la cultura. L’articolo proposto dall’iniziativa, scegliendo di utilizzare il termine “persona con disabilità”, invece del termine “disabile”, presente invece nell’articolo 8a attualmente inserito nella Costituzione, di cui si chiede l’abrogazione, segnala inoltre l’intento di rivalutare la persona in sé, rifiutandosi di definirla più per cosa gli manca che per quello che è.
L’argomento non è marginale!
In Svizzera vivono circa 1,8 milioni di cittadini con disabilità, più di un quinto della popolazione, di cui il 29% è definito come persona con disabilità grave.
In futuro, il miglioramento delle condizioni di vita e i progressi della medicina permetteranno ad un numero sempre maggiore di persone di convivere, sempre più a lungo, con la disabilità.
Malattia, infortunio, vecchiaia sono realtà che concorrono a definirci. La disabilità è potenzialmente nell’orizzonte degli eventi di ogni singola persona.
Per un maggior approfondimento vedi la pagina Documenti, sezione Disabilità e politica, e la pagina Video.
Campagna elettorale 2023
Le parole d’ordine della mia campagna sono state sostanzialmente due:
- accessibilità intesa come:
- chiave d’accesso per giungere a una reale inclusione;
- principio guida atto a incidere concretamente sui contesti, in modo da permettere a tutti di partecipare attivamente alla vita sociale;
- spettanza valida in tutti gli ambiti (economico, sociale e culturale) e per tutte le persone, comprese quelle con disabilità;
- diritto, inteso in particolare come rivendicazione di una normativa in materia di disabilità coerente e uniforme, che:
- funga da motore trainante per l’attuazione dei diritti delle persone con disabilità,
- predisponga gli strumenti istituzionali atti a promuovere un’adeguata strategia per la loro attuazione.
Oltre 16’000 voti ottenuti all’interno della lista 12 permette di parlare di un risultato importante che testimonia di come i temi dell’ACCESSIBILITÀ e dell’INCLUSIONE possono raccogliere consensi tali da far sperare in un cambiamento significativo in tempi ragionevoli. Nell’immediato mi hanno permesso di chiedere a tutti i compagni eletti di farsi carico di questa sfida. Da parte mia farò tutto il possibile per mantenere alta la loro attenzione e per fornire l’esperienza di chi con la disabilità convive, da sempre, quotidianamente.
Accessibilità come diritto
È necessario andare oltre il semplice abbattimento delle barriere per promuovere un modo di progettare che tenga in considerazione l’insieme di abilità diversificate, e di disabilità, di cui tutti siamo portatori.
Accessibilità e inclusioneOltre l'era dei rubascale
Affrontare la questione dell’accessibilità, per tutti, anche per le persone con disabilità, di edifici, spazi, prodotti e servizi, richiede una scelta forte, un investimento continuativo e mirato in politiche atte a incidere concretamente sui contesti per permettere a tutti di partecipare in modo attivo alla vita sociale. L’inclusione esige l’accessibilità!
È necessario andare oltre il semplice abbattimento delle barriere per promuovere un modo di progettare che tenga in considerazione l’insieme di abilità diversificate, e di disabilità, di cui tutti siamo portatori. Tutti devono poter usufruire dello spazio allo stesso modo, senza differenze. ll riferimento è al concetto di Pianificazione e Design per Tutti (Design for All), diffusosi a partire dalla Dichiarazione di Stoccolma del 2004.
È necessario portare nella politica e nella società civile i valori dell’accessibilità e dell’inclusione, promuovendo un’adeguata sensibilizzazione: formazioni, incontri, scambi e confronti che ci permettano di comprendere l’impatto che l’abilismo ha avuto nella nostra società e di maturare l’urgenza di combatterlo.
Parlare di accessibilità non significa unicamente schierarsi con un gruppo di interesse che lotta per i suoi diritti, ma anche, e forse soprattutto, affrontare questioni essenziali che interessano tutta la società: edilizia, sanità, formazione, mondo del lavoro, cultura, pari opportunità.
Un mondo accessibile fa bene a tutta la società e non solo alle persone con disabilità.
A volte si pecca di abilismo per mancanza di conoscenzaQuadro normativo e strumenti istituzionali
Sulla via di una reale accessibilità di edifici, spazi, prodotti e servizi, il percorso è ancora lungo e la dispersione e la complessità del quadro normativo corrente non facilita le cose.
Le Osservazioni e raccomandazioni elaborate, nella primavera del 2022, da un apposito Comitato delle Nazioni Unite, sollecitano la Confederazione ad armonizzare con la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CDPD), che la Svizzera ha sottoscritto nel 2014,
… il suo quadro legale e politico in materia di disabilità a livello federale, cantonale e comunale integrando il modello di disabilità basato sui diritti umani nelle sue leggi, nei sui regolamenti e nelle sue pratiche.
Le modalità con cui raggiungere questo obiettivo sono oggetto di dibattito.
Una riflessione legislativa specifica che faccia da motore trainante per l’attuazione dei diritti delle persone con disabilità è sicuramente necessaria. Parimenti è necessaria la predisposizione di specifici strumenti istituzionali atti a promuovere un’adeguata strategia di attuazione dei principi di ordine generale presenti nella base legislativa. Si potrebbe pensare a un ufficio preposto, con funzioni di promozione e di sorveglianza. Custode e divulgatore delle soluzioni operative ritenute più esemplari, dovrebbe avere anche la possibilità, in caso di mancanze evidenti, di intervenire velocemente ed efficacemente.